La fascite plantare (più correttamente fasciopatia plantare) è un processo degenerativo cronico, che interessa l’aponeurosi plantare soprattutto sulla sua inserzione sul calcagno.
Il termine “fascite” non è del tutto appropriato: è infatti più corretto definirla“fasciopatia” in quanto sembrerebbe non esserci componente infiammatoria. Rappresenta l’11-15 % di tutti i problemi ai piedi ed ha una prevalenza maggiore tra i 40 e i 60 anni; è una patologia molto frequente negli sportivi ed è la terza patologia più diagnosticata nella corsa.
E’ una struttura aponeurotica, ovvero una membrana di tessuto connettivo che riveste la pianta del piede, dal calcagno alla parte più anteriore vicino alle dita. È una struttura complessa, formata da più bande e setti e la sua funzione è principalmente quella di sostegno dell’arco longitudinale del piede. Ha inoltre un’importante funzione di distribuzione di carico sul piede e partecipa alla propulsione in avanti, essendo intimamente connessa con il tendine d’Achille e quindi con il polpaccio. È facile capire come sia ovviamente molto sollecitata nel cammino, nella corsa e in tutte quelle attività e/o sport che prevedono scatti, balzi etc.
L’eziologia della fasciopatia plantare è quindi solitamente un sovraccarico ripetuto nel tempo che va a stimolare eccessivamente la fascia ed in particolare la sua inserzione sul calcagno.
Per sovraccarico però, si intende non solo uno sforzo maggiore rispetto al solito o eccessivo ma anche dei sovraccarichi ambientali, per esempio:
-cambio di calzature
-uso di calzature anti-infortunistiche
-cambio di superficie di allenamento
-cambio di ruolo all’interno di uno sport
-nuovo sport
-allenamenti diversi dal solito…
Oltre a questo, possono influire anche dei fattori anatomici propri o posturali come la presenza di piede supinato/pronato o piede piatto/cavo, rigidità della catena posteriore, appoggio alterato a causa di problematiche alle ginocchia o alle anche, diversa lunghezza degli arti inferiori, sovrappeso..
Principalmente sono il dolore e la rigidità. Il dolore si presenta sulla superficie anteriore e mediale del calcagno, è presente ai primi passi al mattino( first step pain) e, solitamente, ai primi passi dopo essere stati fermi per un po’. I sintomi si riducono con l’attività ma aumentano con lo sforzo e vi è un peggioramento alla sera.
Talvolta può essere presente uno sperone calcaneare, ma non sempre questo è correlato al dolore.
Il fisioterapista può aiutarti a risolvere definitivamente questo problema, andando ad agire sia sul sintomo dolore, sia individuando le cause che hanno provocato il sovraccarico.
L’obiettivo principale sarà quello della riduzione del dolore tramite: terapia manuale ortopedica, taping, ghiaccio, terapie fisiche. Verrà introdotto fin da subito l’esercizio terapeutico per aumentare le capacità funzionali di tenuta della fascia e della muscolatura intrinseca del piede e per lavorare, se vi è necessità, su eventuali debolezze dell’intera catena cinetica (anca, ginocchio, caviglia).
Se ce n’è bisogno per correggere deformità anatomiche strutturate, verrà consigliato l’utilizzo di un plantare su misura.